Questa settimana, Jerky si occupa delle sfide uniche che le persone LGBTQ devono affrontare relativamente al loro benessere.
L'omosessualità è stata depennata dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) dell'American Psychiatric Association nel 1973.
Sono serviti anni di attivismo e alcune iniziative molto argute per smitizzare la figura dell'omosessualità come malattia mentale. Serviranno altri 30 anni per eliminare il transgenderismo dallo stesso manuale.
Sebbene il fatto di essere LGBTQ non sia più ritenuto una malattia mentale, le persone che appartengono a questa comunità sono più soggette al rischio di soffrirne rispetto agli altri:
- Sei volte più a rischio di soffrire di depressione
- Quattro volte più inclini a tentare il suicidio
Quasi la metà delle persone transgender ha pensato di togliersi la vita nell'ultimo anno. Il loro orientamento sessuale e la loro non conformità di genere sono sovente, direttamente o indirettamente, la ragione principale del loro malessere mentale.
Sebbene le persone LGBTQ siano 2,5 volte più disposte a cercare aiuto psicologico rispetto alle loro controparti non LGBTQ, trovare un assistente sanitario può essere difficoltoso.
Metà di loro ha denunciato di essere stata maltrattata da un consulente: diniego di assistenza, insulti, attribuzione della colpa della malattia alla propria identità, ecc.
La situazione appare addirittura peggiore per le persone transgender: a una persona su tre è stata negata l'assistenza.
Uno degli elementi cruciali per il benessere delle persone LGBTQ è l'apertura nei confronti della propria sessualità o identità di genere. Lo stress di doversi sempre camuffare e nascondere è terribilmente faticoso e dannoso per la loro salute.
Questa è però la realtà per praticamente la metà delle persone LBTQ che continuano a rimanere riservate sul posto di lavoro per paura di essere trattate in modo diverso o iniquo dai loro colleghi e dai loro datori di lavoro.
Secondo il CDC, fino a 1 studente su 4 delle scuole superiori è queer o interrogativo, con i bisessuali che costituiscono la metà di questi. I punti principali per far sentire questi studenti al sicuro sono:
- Politiche specifiche vigenti contro le discriminazioni sessuali e di genere
- Il personale scolastico offre supporto e formazione adeguati e sufficienti sulle tematiche LGBTQ
- Club e associazioni queer
- Accesso a risorse sulle problematiche LGBTQ
In breve: Non riconoscere l'esistenza delle persone LGBTQ non significa farle sparire.
Anzi, le fa sentire isolate, alienate, insicure e invisibili. Rende i giovani appartenenti alla comunità LGBTQ impossibilitati a trovare le parole per descriversi.
Rende le altre persone, come gli operatori sanitari e il personale scolastico, incapaci di comprendere e dare adeguato supporto ai membri della comunità LGBTQ.
Dedichiamo questo Pride Month affinché le persone LGBTQ abbiano la visibilità di cui hanno bisogno e che meritano.
Questo li aiuterà a sentirsi considerati, accettati e al sicuro e permetterà alle persone non LGBTQ di conoscere le identità e le problematiche queer.
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